Nuovi risultati sulla combinazione di immunoterapici nel tumore del polmone

Nivolumab e ipilumumab
La combinazione di nivolumab e ipilimumab aumenta la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia. Lo dimostra lo studio di fase III CheckMate -227 condotto in prima linea su pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) avanzato che presentano elevato carico mutazionale, Tumor Mutation Burden (TMB), indipendentemente dall’espressione di PD-L1. Nello studio, il TMB è stato valutato utilizzando il test, validato analiticamente, della Foundation Medicine denominato FoundationOne CDx. Inoltre, basandosi su un’analisi ad interim per la sopravvivenza globale (OS), il Data Monitoring Committee ha raccomandato di il proseguimento dello studio; mentre il profilo di sicurezza era in linea con quanto precedentemente riportato in pazienti con NSCLC in prima linea a cui veniva somministrata la stessa combinazione.
L’importanza delle mutazioni. Nel tempo, le cellule cancerogene accumulano mutazioni che non sono normalmente osservate nelle cellule normali. Il carico mutazionale del tumore o TMB è un biomarcatore quantitativo che riflette il numero totale di mutazioni nelle cellule tumorali. Queste cellule con elevato TMB hanno alti livelli di neoantigeni, che si pensa possano aiutare il sistema immunitario a riconoscere i tumori ed indurre un aumento delle cellule T che combattono il cancro e la risposta antitumorale. Il TMB è un tipo di biomarcatore che può aiutare a predire la probabilità che un paziente risponda alle immunoterapie. “Il TMB è emerso come importante biomarcatore di attività immunoterapica. Per la prima volta, questo studio di fase III mostra una sopravvivenza libera da progressione superiore con la combinazione di farmaci immunoterapici in prima linea in una popolazione predefinita di pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule ed elevato TMB”, ha affermato Matthew D. Hellmann, M.D., study investigator e oncologo al Memorial Sloan Kettering Cancer Center. “CheckMate -227 ha mostrato che il TMB è un importante biomarcatore predittivo indipendente che permette di identificare una popolazione di pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in prima linea che possono trarre beneficio dalla combinazione di nivolumab e ipilimumab”. Giovanni Caforio, M.D. chairman e chief executive officer, Bristol Myers-Squibb, ha commentato: “Crediamo che questi risultati di CheckMate -227 rappresentino una svolta nella ricerca sul cancro e un significativo passo in avanti nel determinare quali pazienti con tumore del polmone in prima linea possano trarre maggiore beneficio dalla combinazione di nivolumab e ipilimumab. Questi dati confermano la nostra profonda conoscenza della biologia tumorale, delle principali possibilità della medicina traslazionale e l’impegno a sviluppare nuovi approcci per i pazienti oncologici”.

 

Lo studio. CheckMate -277 è uno studio di fase III in aperto con più di 2.500 pazienti randomizzati con istologia non squamosa e squamosa, che ha valutato regimi a base di nivolumab rispetto a doppia chemioterapia contenente platino, in pazienti con NSCLC avanzato in prima linea. Questo ampio programma comprende tre parti, La prima sta valutando la combinazione di nivolumab con ipilimumab e la monoterapia di nivolumab confrontandole con la chemioterapia in pazienti i cui tumori esprimono PD-L1. La seconda ha valutato la combinazione di nivolumab con ipilimumab e la combinazione di nivolumab con la chemioterapia confrontandole con la sola chemioterapia in pazienti con tumori che non esprimono PD-L1.

Il farmaco. Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1 che è stato progettato per potenziare il nostro sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale. Rinforzando il sistema immunitario contro il cancro, nivolumab è divenuto un’importante opzione di trattamento per molti tipi di tumore. A luglio 2014, nivolumab è stato il primo inibitore del checkpoint immunitario PD-1 al mondo ad aver ottenuto l’approvazione dalle Autorità Regolatorie. Attualmente è approvato in più di 60 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, l’Unione Europea e il Giappone. A ottobre 2015, la combinazione dinivolumab e ipilimumab è stato il primo regime in campo immuno-oncologico a ricevere l’approvazione dalle Autorità Regolatorie per il trattamento del melanoma metastatico ed è attualmente approvata in più di 50 Paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

 

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